@article{Dameri_2021, title={La storia degli edifici, la memoria dei luoghi. le architetture dei Gardella in Alessandria}, volume={7}, url={https://revistas.utadeo.edu.co/index.php/ltd/article/view/1760}, DOI={10.21789/24223158.1760}, abstractNote={<p>Due architetti, padre e figlio, protagonisti della cultura architettonica italiana del Novecento.  Un committente illuminato, proprietario del cappellificio che esporta in tutto il mondo un cappello che sta per entrare nel mito, il “Borsalino”.</p> <p>Una città, Alessandria, che, a inizio secolo, è ancora priva di una serie di servizi fondamentali e che vedrà, grazie ai finanziamenti della famiglia Borsalino, la costruzione di una serie di infrastrutture tra cui un sanatorio antitubercolare.</p> <p>La memoria collettiva costruisce intorno alla fabbrica e al sanatorio (studiati e apprezzati dalla critica architettonica) affetti e timori: molto si deve alla fabbrica, ricordata come motore economico per l’intera città. La decisione, negli anni Ottanta, di demolire quasi totalmente il cappellificio suscita negli abitanti una violenta reazione: si vedono privati del proprio passato e la demolizione della ciminiera, fortemente danneggiata e con gravi problemi strutturali, ma simbolo riconosciuto della città, sarà letta come un sopruso delle ragioni economiche sulle questioni più affettive</p>}, number={8}, journal={La Tadeo Dearte}, author={Dameri , Annalisa}, year={2021}, month={jun.}, pages={10–31} }